Dopo che il primo treno delle 7 e qualche minuto ci ha dato la sveglia nel silenzio di Alp Grüm, e dopo aver di nuovo ammirato il ghiacciaio del Pitz Palü passeggiando per i sentieri intorno alla stazione, risaliamo sul trenino rosso in direzione Saint Moritz.Se la prima parte del nostro viaggio sul Trenino del Bernina è stata caratterizzata dal verde intenso della montagna, dagli arditi passaggi del treno nei boschi e tra le vallate, la seconda parte che da Alp Grüm ci porta a Saint Moritz, è all’insegna dell’acqua.

La ferrovia infatti risale di altri 300 metri circa per attraversare le dighe di sbarramento del Lago Bianco e costeggiarne le rive. Prima però, il passaggio nel punto più alto della ferrovia: Ospizio Bernina, a 2253 metri. Anche in questo caso la stazione è anche piccolo albergo, realizzato nel 1925, dopo che si iniziò ad utilizzare l’acqua del lago per produrre energia.

Le dighe di sbarramento del Lago Bianco risalgono al 1910 e dal 1927 le acque cadono forzosamente verso la centrale elettrica di Palü, 280 metri più in basso. Oggi il Lago ha un volume di più di 18 milioni di metri cubi d’acqua ed è alimentato dai ghiacciai degli splendidi picchi circostanti.

Il Lago Bianco è interessante anche per una curiosità geografica: rappresenta un vero e proprio spartiacque. Da un lato del lago nascono i fiumi che sfociano nel Mar Mediterraneo, attraverso il Po. Dal lato opposto i fiumi che sfociano nel Mar Nero, attraverso il Danubio. Effettivamente basta osservare le acque durante il percorso per rendersi conto che scorrono in modo opposto!

Nel nostro secondo giorno di viaggio il treno è particolarmente affollato dai gruppi di turisti che compiono la tratta in giornata. Forse troppo velocemente e distrattamente; il percorso infatti merita attenzione e meditazione… e sicuramente qualche fermata intermedia. Per osservare i panorami e scattare qualche foto dobbiamo in qualche modo “farci largo” tra i turisti “mordi e fuggi”.

Dal Lago Bianco inizia una serie di stazioni con fermata a richiesta. Infatti il trenino ferma nelle stazioni più piccole solo se si preme il pulsante di fermata sistemato in ogni vagone. Proprio come su un autobus! Il trenino nacque pensato come ferrovia interurbana, ad alta frequentazione e questo permise di aggiungere stazioni intermedie, man mano che la linea diventava anche di interesse turistico.

Un esempio è Diavolezza, dove si costruì la stazione alla fine degli anni ’50 allo scopo di raggiungere la funivia. Aperta nel 1956, tutt’oggi collega Diavolezza al Munt Pers, portando i turisti ai 3000 metri di altitudine della sua vetta.

Raccontano alcune leggende che il nome “diavolezza” derivi da un appellativo che i cacciatori attribuirono ad una splendida fata dei boschi, così chiamata per il colore rosso dei suoi lunghi capelli. La fata si mostrava molto di rado, facendo innamorare chiunque la vedesse. Tra questi, il giovane Aratsch che partì alla ricerca della sua amata ma non tornò mai più. Chiunque passasse sotto al massiccio del Bernina, poteva sentire il pianto della Diavolezza che gridava “Mort Aratsch!”:  “Aratsch è morto!”.

Oggi il torrente che scende dal ghiacciaio e la Stazione si chiamano proprio Morteratsch: la vista di cui si gode da questo tratto del percorso, sulle montagne imponenti e perennemente innevate, è davvero magica.

La discesa verso Pontresina è piuttosto dolce, fiancheggiando torrenti e cascate. Pontresina è una meta turistica molto frequentata dell’Engadina. Anche questo paese è sempre stato storicamente terra di turismo e di passaggio. La guida fornita dalle Ferrovie Retiche racconta un’interessante curiosità che ben spiega quanto fosse strategica la posizione della cittadina: oggi i suoi abitanti sono per il 56% di lingua tedesca, per il 16% di lingua italiana, solo l’8% di lingua retoromanza ma addirittura il 9% è di lingua portoghese!
Ancora qualche curva accanto ai boschi e alle mille piste ciclabili, una bella cascata prima di Celerina Staz e si entra a Saint Moritz.

Si narra che la fama della cittadina tra i turisti nacque nel 18° secolo per una azzardata scommessa di un albergatore che, durante l’estate, ospitava i turisti inglesi. L’albergatore li invitò a trascorrere le vacanze invernali di nuovo a Saint Moritz promettendo di rimborsare il viaggio nel caso in cui non fosse loro piaciuta la vacanza. Questo incentivò il turismo invernale, talmente tanto gradito agli inglesi che si iniziò a costruire per loro le strutture sportive: palazzetti del ghiaccio per curling e pattinaggio, piste per slittino e bob, fino ai campi da golf. La località divenne così una meta per il turismo di lusso.

Dalla stazione si può raggiungere il centro in pochi minuti di passeggiata e approfittando delle comode scale mobili che lo collegano anche al lago. Il fatto che la piccola cittadina sia una meta di turismo d’elite è chiaro fin dai primi passi nelle vie principali: le vetrine dei marchi celebri infatti accompagnano i turisti lungo entrambi i lati delle strade….di tutte le strade!

Il centro è ben curato e molto carino, sebbene non offra grandi spunti di interesse storico o artistico.
Attratti dalle invitanti vetrine, entriamo al Cafè Hanselmann. Situato in un antico edificio accanto alla Fontana di San Maurizio, il Cafè è in realtà un forno con 115 anni di tradizione. Ancora oggi offre prodotti dolci e salati di ottima qualità: una buona alternativa se si vuole pranzare ad un costo (quasi) ragionevole! Il bancone accanto alle proposte dolci è quello della cioccolateria artigianale… e confessiamo che è davvero impossibile resistere alla tentazione degli assaggi!

Ancora uno sguardo al lago e alle meravigliose montagne che circondano la cittadina e poi di nuovo sul trenino a godere dei panorami fantastici…si, è vero…sono gli stessi del viaggio di andata, ma vi assicuriamo che non ci si stancherebbe mai di contemplare una simile meraviglia!

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